Il giornalista Andrea Scanzi espone un controverso punto di vista durante la diretta di “Accordi e disaccordi”: cala il gelo nello studio.
Il saggista e conduttore Andrea Scanzi si è fatto conoscere nel piccolo schermo grazie ai suoi interventi, talvolta controversi e dissacranti. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche, ed è ospite fisso nel programma “Otto e mezzo“, in cui affianca l’inossidabile Lilli Gruber.
Scanzi è inoltre al timone del talk-show di approfondimento “Accordi e disaccordi“, assieme al collega Luca Sommi. Il format, in onda su NOVE dal 2018, si occupa di analizzare i più importanti fatti di politica e attualità e, ancora una volta, nell’ultima puntata l’argomento di punta è stato il conflitto tra Russia ed Ucraina. Scanzi, in tale occasione, ha rilasciato dichiarazioni che hanno sconcertato la platea di “Accordi e disaccordi“, condannando anche la linea di condotta di Volodymyr Zelenskyj.
Luca Sommi ha interloquito con il collega, chiedendogli di esprimere un parere sulle continue richieste di rifornimento di armi da parte del Presidente ucraino. Andrea Scanzi ha replicato con un inaspettato soliloquio. “E’ cambiato l’atteggiamento di Zelenskyi, ed è cambiato anche l’atteggiamento della stampa e dei media nei suoi confronti: Zelenskyj era trattato come un mezzo mentecatto prima della guerra, e adesso è diventato un fenomeno. C’è una cosa, secondo me, in cui Zelenskyj è indifendibile: 5 giorni prima che scoppiasse questo conflitto devastante, il cui primo e unico colpevole resta per sempre Putin, Zelenskyj ha incontrato Scholz.”.
Scanzi ha poi approfondito: “L’ha incontrato a Monaco, e Sholz gli ha detto: ‘Caro Zelenskyj, qui la guerra c’è, perché sta per nascere. L’unica maniera per evitarla è che tu rinunci ad entrare nella NATO, dichiarare L’Ucraina neutrale‘, e a quel punto, probabilmente, si limitavano i danni… Ma qualcosa lo devi concedere perché, se non lo concedi, automaticamente Putin se lo prende, si prende il doppio!“.
Il giornalista ha poi proseguito: “Cos’è successo? Putin si è preso tutto quello che si sarebbe preso due mesi prima, se Zelenskyj avesse accettato quell’accordo, e si prenderà probabilmente molto di più. Io credo che adesso, Luca, la strada da percorrere sia quella della Francia e della Germania. Al netto degli interessi da bottega, è chiaro che Macron si smarca, anche perché tra pochi giorni si gioca tutto contro la La Pen. Al netto di questo, che è importante e lo so bene, credo che la Francia e la Germania ci dicano: ‘Ci abbiamo provato noi europei. Abbiamo creduto, giustamente, che andasse aiutata la resistenza ucraina. Ma poiché abbiamo sbagliato, spero in buona fede, bisogna cambiare strategia. Se non lo fa Zelenskyj, glielo deve far capire l’Europa…“.
Appare evidente che Scanzi condanni il continuo rifornimento di armi alla resistenza ucraina, e auspica che il Governo italiano segue le orme delle più neutrali Spagna e Francia. Quali saranno le conseguenza su larga scala degli investimenti militari nel conflitto in seno all’Europa?
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