L’iconica Drusilla Foer ha presenziato ad un evento di beneficenza: il suo discorso pubblico ha commosso l’intera platea.
Reduce dall’esperienza a “Sanremo” e dal suo “Almanacco del giorno dopo”, Drusilla Foer è ormai un volto noto nella pubblica emittente.
Alter ego dell’attore fiorentino Gianluca Gori, la nobildonna d’altri tempi non teme di esporsi, seppur con grazia e delicatezza, nemmeno sui temi più scabrosi.
La showgirl ha presenziato all’evento di beneficienza Convivio, dal 1985 sponsor dell’associazione Anlaids. Tale ONLUS, sorta nel medesimo anno, si prefigge lo scopo di ostacolare la diffusione del virus HIV e dell’AIDS.
Drusilla Foer senza ipocrisie: la bellezza salverà il mondo
L’icona LGBTQ ha presenziato alla serata di gala elegantissima, con un outfit interamente rosso fuoco. Dolcevita morbido con maniche a sbuffo, pantaloni a palazzo anni ’70, tacco, borsa e guanti coordinati, Drusilla Foer ha calcato il palco di Convivio senza timore né imbarazzo.
La showgirl ha esordito, come riportato anche dalle pagine di “Vogue Italia”: “Tempo fa a una conferenza il relatore ha detto una cosa che mi ha incuriosito: «Pietas, nel senso latino del termine». Sono andata ad approfondire e ho scoperto che Pietas era una divinità che vegliava sull’essere umano affinché portasse a compimento il proprio dovere morale. Era una dea tanto importante da essere presente sulle monete romane dove, accanto alla sua testa, era rappresentata una cicogna che simbolicamente è l’animale ritenuto assai più premuroso verso i suoi.“.
Drusilla Foer ha poi continuato: “E quante cicogne formano la grande famiglia di Convivio e di Anlaids Lombardia, ed è bello vedere tutte queste cicogne che hanno premura per certi temi che riguardano tutti. Cicogne che portano ognuna la propria quota di responsabilità verso l’altro. Solo che la responsabilità dell’altro mi piace pensare sia agita da ogni cicogna singola, non solo quando si è in gruppo, ma quando si è da soli. L’altruismo, l’empatia, la pietas, questi valori – diciamocelo – assumono una sorta di pesantezza, quel senso del dovere che spesso ha a che fare con il senso di colpa di essere più fortunati degli altri. Almeno a me succede. E quando mi succede non mi piaccio un granché.“.
Il toccante discorso ha poi virato sui recenti accadimenti, e sulle possibilità in essi racchiusi: “La pandemia ci ha spaventati tutti: i buoni, i cattivi, il povero, il potente. In modo democratico ha portato in evidenza la nostra vulnerabilità. Abbiamo dovuto fare i conti con la paura. Ci siamo allora messi le mascherine per paura di contrarre il virus e morire, e allo stesso tempo è stato naturale mettersi le mascherine per limitare la possibilità di infettare gli altri.“.
“La responsabilità di sé genera bellezza nel mondo”
“Abbiamo avuto il senso di responsabilità su di noi e sugli altri e questo ha generato un sentimento ancor più bello e completo che è la reciprocità. Un essere responsabile di sé è responsabilità di tutti. E genera bellezza. Un fornaio responsabile porterà del pane buono e della felicità a tavola, porterà bellezza. Un imprenditore responsabile investirà nel giusto, proteggerà i propri dipendenti. Bellezza. Una serata di sesso sfrenato, vissuta in modo responsabile verso sé stessi, porterà anche il rispetto dell’altro. Altra bellezza. L’artista responsabile sarà leale e sincero ed emozionerà. Ancora bellezza. La responsabilità di sé genera bellezza nel mondo.“.