Scatta l’allerta su alcuni campioni di olive in barattolo: rivenute tracce di acrilammide oltre i livelli di guardia.
Nel panorama degli snack fuori-pasto, le olive rappresentano uno spuntino estremamente apprezzato, versatile e gustoso.
Servite in combo con l’aperitivo assieme agli amici, o presentate come antipasto su una tavola imbandita, le olive in barattolo sono diffuse in tutto il mondo sin dai primi anni ’70.
Un recente studio da parte di un’azienda tedesca a tutela dei consumatori ha rilevato però la presenza di un pericoloso contaminante in alcuni campioni di questo frutto confezionato e mantenuto in salamoia: scopriamo di che si tratta.
Il recente studio, condotto dal BVL tedesco, insieme al gruppo di lavoro dello Stato federale per la protezione dei consumatori, ha evidenziato una pesante criticità in parecchi campioni esaminati.
Nella fattispecie, il team ha riscontrato che, nelle olive sottoposte a processo di ossidazione, i livelli di acrilammide superavano di gran lunga i valori considerati accettabili. Tale lavorazione rende il frutto meno amaro e più gradevole al palato dei consumatori, ed rappresenta perciò una pratica molto diffusa.
Il BVL ha specificato: “Il processo di ossidazione e il successivo trattamento termico di conservazione favoriscono la formazione di acrilammide. Negli attuali studi di monitoraggio, la mediana, cioè il valore medio determinato, dei campioni di olive annerite testate per l’acrilammide era di 290 µg/kg, ben al di sopra della mediana delle olive verdi e nere non trattate (11 µg/kgo.23 µg/kg).“.
L’associazione ha inoltre aggiunto: “Nel caso dell’acrilammide non si può escludere un effetto cancerogeno e mutageno. Viene prodotta quando il cibo viene cotto, arrostito e fritto. Ulteriori misure per ridurre al minimo il contenuto di acrilammide sono necessarie per proteggere i consumatori.“.
Sostanzialmente, l’acrilammide può influire negativamente sull’organismo, contribuendo allo sviluppo di alterazioni genetiche particolarmente deleterie per i feti durante il periodo della gravidanza. Non possiamo altresì escludere un concreto rischio di sviluppare tumori e altri stati infiammatori. Per tale ragione consigliamo di consumare olive non trattate, e di implementare al contempo il fabbisogno di frutta e verdura. Una dieta ricca di antiossidanti, infatti, contribuisce a smorzare gli effetti dell’acrilammide, minimizzando il rischio di cancro e infiammazioni.
Attenzione inoltre anche alle patatine fritte confezionate, al pane in cassetta, al caffè e ai biscotti. Per quanto possibile, cercate quindi di controllare scrupolosamente la provenienza e il ciclo di produzione dei prodotti che inserite nel vostro carrello.
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